Una partita a scacchi è un’opera teatrale in versi scritta da Giuseppe Giacosa, drammaturgo, scrittore e librettista italiano nato a Colleretto Parella, nella valle d’Ivrea, nel 1847.
La commedia fu rappresentata per la prima volta all’Accademia Filarmonica di Napoli nel 1873.
L’azione si svolge nel maniero di Renato, in una valle delle Alpi piemontesi nel XlV secolo.
ll castellano vorrebbe che sua figlia Iolanda, ormai in età da marito, si decidesse a sposarsi.
Un giorno, Oliviero, il conte di Fombrone, giunge al castello a fare visita all’amico, accompagnato da un giovane paggio, Fernando, un orfano che ha salvato il conte Oliviero dall’assalto di una banda di furfanti.
Fernando, giovane, bello e valoroso, si vanta agli occhi del conte Renato, delle sue imprese e soprattutto della sua abilità nel gioco degli scacchi.
Questi, piccato, lo prende in parola e lo invita a misurarsi nel gioco, contro la sua adorata figliola Jolanda, che più volte si è dimostrata imbattibile.
La condizione è la seguente: se Fernando vincerà sposerà Iolanda, mentre se perderà la sua pena sarà la morte.
Il paggio accetta la sfida. Tuttavia, durante la partita i due giovani si innamorano e alla fine è Iolanda stessa a darsi scacco matto per agevolare Fernando, che si trova in difficoltà.
Il conte Renato non può che arrendersi di fronte alla bravura del paggio
e alle parole della figlia: “M’offrivate uno sposo e Lo scegliemmo in due”.
La bravura degli interpreti e lo scenario austero del Castello sono tali da conferire notevole suggestione a questo atto unico.
Così la fiaba in versi, come la definisce l’autore stesso, trova spazio proprio tra le mura di un Castello intrise di sapore e atmosfera medioevale, magistralmente ricreati in occasione del Carnevale.